Omologazione e approvazione dell'autovelox
Tipologia di sensori negli autovelox
Autovelox radar, autovelox fissi
Calcolo della velocità del veicolo
Errori nel rilevamento della velocità e la tolleranza del 5%
Approfondimento sugli autovelox a tecnologia radar
Autovelox a "piccola base", autovelox mobili
Approfondimento autovelox optoelettronici
Installazione di autovelox mobili
Telelaser, l'autovelox a raggio LASER longitudinale
Autovelox a elaborazione delle immagini
Approfondimento autovelox ad elaborazione digitale delle immagini
Costruttori / importatori di autovelox
Come detto nel precedente paragrafo l'autovelox deve essere omologato affinché possa essere utilizzato in modalità automatica , senza l'organo accertatore, in pratica un dispositivo omologato può sostituire il vigile che commina una sanzione. Preliminarmente va detto che per autovelox, nel linguaggio comune, si intendono anche i dispositivi di controllo della velocità media comunemente chiamati tutor e le pistole a raggio laser longitudinale chiamati comunemente telelaser.
A volte si pensa che omologazione e approvazione siano sinonimi, come gli organi accertatori della Pubblica amministrazione vorrebbe nelle aule dei tribunali noi, qui, non entriamo nei meandri giuridici della questione e tratteremo l'argomento solo dal punto di vista tecnico.
Sull'omologazione e sull'approvazione di dispositivi di accertamento delle infrazioni sono competenti i ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e quello dello Sviluppo economico (MISE), ciascuno per il proprio ruolo assegnato dal CdS e dalle norme applicabili.
La procedura per l’omologazione\approvazione è regolata dall’art. 192 del DPR 495/92 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del CdS) di attuazione dell’art. 45 c. 6 del CdS (D.Lgs 285/92).
La procedura ha lo scopo di valutare l’efficienza del prodotto e la sua conformità alle norme nazionali, comunitarie e internazionali. Si procede con una raccolta normativa e documentale e successivamente si chiede il parere al Consiglio Superiore del MIT che emette un giudizio sulla qualità del dispositivo di cui si chiede l’approvazione\omologazione.
La differenza tra omologazione e approvazione degli autovelox è da ricercare nell'esistenza delle norme tecniche su cui basare un giudizio di conformità. Nel caso dell’approvazione non esistono norme di rilievo pertanto, gli autovelox che sono approvati possono essere omologati solo quando si avranno norme tecniche di riferimento. La procedura per ciascuno dei procedimenti termina con un decreto il quale, ne autorizza la commercializzazione, sotto condizione, a chi ha fatto richiesta di approvazione o omologazione. L’iter procedurale si può leggere nei preamboli dei decreti emessi dal MIT, decreti che si trovano sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In pratica, l'omologazione è la verifica della prestazione del dispositivo di misura mediante confronto con uno strumento campione e un veicolo in movimento. Secondo la raccomandazione OIML R91 lo strumento campione deve essere più preciso dello strumento in prova con un errore minore di 1/3 dell'errore dello strumento da omologare e con il 99,8% dei risultati aventi errore +\- 1 Km/h o +\- 1% se la velocità di prova è superiore a 100 Km/h. Tale prova viene eseguita diverse decine di volte (fino a 200) in una strada senza traffico. Nelle procedure di omologazione sono previste anche prove di funzionalità da eseguirsi in una strada trafficata con veicoli di qualunque classe e velocità. In questa circostanza un autovelox in prova supera il test se produce errori inferiori al 5% dei passaggi secondo il capitolato tecnico del Ministero Lavori Pubblici dell'anno 2000.
Il rilascio dell'omologazione spetta al Ministero dello Sviluppo Economico per il tramite di un decreto ministeriale. Ricordiamo che il MISE già rilascia le omologazioni del cronotachigrafo in quanto fonte di prova (art. 142 c.6 CdS) quindi, dovrebbe emettere decreti ministeriali per gli autovelox. Riportiamo di seguito il comma 6 dell'art. 142 sulle omologazioni dei dispositivi di controllo:
"Per la determinazione dell'osservanza dei limiti di velocità sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate , anche per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, nonché le registrazioni del cronotachigrafo e i documenti relativi ai percorsi autostradali, come precisato dal regolamento."
Tutti gli strumenti per misurare la velocità dei veicoli devono essere approvati dal MIT (art. 45 c.6 e 142 c.6 CdS, art 192 e 345 Regolamento di esecuzione e di attuazione, DM 29.10.1997). Le approvazioni decadono dopo 20 anni dal rilascio dopodiché le apparecchiature non possono essere più commercializzate se l'approvazione non è stata rinnovata.
Definizione. La legislazione li chiama apparecchi o sistemi di rilevamento della velocità oppure dispositivi o mezzi tecnici di controllo a distanza delle violazioni della velocità o semplicemente misuratori di velocità.
I misuratori di velocità degli autoveicoli, sono strumenti metrici legali, soggetti a taratura periodica da eseguirsi nei laboratori accreditati da Accredia a garanzia di indipendenza per il cittadino. Tali apparecchiature sono considerate fonti di prova allorquando omologate, tarate e la cui funzionalità ed affidabilità siano periodicamente e previamente verificate, certificate e documentati dagli enti preposti o dall'ente utilizzatore che eleva le sanzioni amministrative, meglio conosciute come multe.
Sono dei velocimetri, meglio conosciuti con il nome commerciale di AUTOVELOX che hanno fatto la loro comparsa sulle strade italiane negli anni 70.
Come funziona l'autovelox. Sono apparati la cui tecnologia di costruzione va dalla più semplice alla più complessa e possono essere utilizzati come autovelox fissi, autovelox mobili e apparati ad inseguimento. Il costo è variabile, mediamente un dispositivo mobile costa intorno a 30.000 euro mentre uno fisso costa anche 100.000 euro. Tutti questi dispositivi, nel loro allestimento di base, sono dotati di sensori o traduttori, di una unità di calcolo e controllo e di un apparato di ripresa che fornisce le immagini. In riferimento alla tecnologia usata i misuratori di velocità sono:
dal 2005 possono essere messi in esercizio sia per accertare la velocità media ( TUTOR ) ma sono comparsi negli anni 70 per accertare la velocità istantanea o puntuale (Autovelox).
Tutti i rilevatori di velocità si basano sui sensori o trasduttori , interfacce che trasformano una grandezza fisica in una grandezza elettrica nel caso degli autovelox le grandezze fisiche sono quelle variate dal transito del veicolo in prossimità dell'autovelox. Per esempio, il transito in prossimità del sensore dell'autovelox può fare variare la pressione sul manto stradale, la luminosità ambientale, interrompere un raggio infrarosso, variare la frequenza apparente di un'onda elettromagnetica incidente, variare il campo elettrico di un cavo con funzione di condensatore, variare il campo magnetico all'interno di una bobina. Il sensore porge in uscita un impulso di tensione\corrente che diventa un segnale d'ingresso per un circuito di controllo, quest'ultimo può attivare altri circuiti e quindi un cronometro per misurare il tempo di percorrenza della base.
Se si vuole studiare come varia un fenomeno dell'ambient fisico che ci circonda sono necessari dispositivi sensibili alle grandezze variate. Questi dispositivi sensibili si chiamano sensori o trasduttori e sono in grado di trasformare una grandezza fisica in ingresso in una elettrica in uscita.
Il segnale in uscita dal sensore per essere misurato ed elaborato ha necessità di un circuito di condizionamento posto a valle del sensore. Nei casi di autovelox a piccola base i sensori sono 2 che p.e. possono valutare la presenza di un raggio di luce emessa da un diodo quindi i circuiti di condizionamento sono 2 che afferiscono a un circuito raccolta dati dai sensori che si chiama multiplexer. Quest'ultimo circuito è poi collegato a un microprocessore di calcolo e controllo.
Il calcolo della velocità è eseguito sempre rapportando lo spazio tra i tubi e la differenza di tempo tra due aumenti di pressione.
Questo sistema di misurare il tempo di transito di una base è stato il primo.
Funzionamento: elettrizazione per strofinio di un materiale dielettrico;
Vantaggi: maggiore resistenza rispetto ai tubi e facilità di posa su strada
Svantaggi: scarsa precisione
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I cavi sono posti perpendicolarmente all'asse stradale e quando le ruote di un veicolo in transito attraversano il cavo i fili di acciaio
dell’anello esterno del cavo sfregano la superficie del materiale dielettrico trasferendo cariche da un elemento a un altro così da variare il campo elettrico di un sistema che era in equilibrio. La variazione di carica genera una tensione che è rilevata dal trasduttore e trasformata in segnale di ingresso al circuito di comando e controllo.
I sensori triboelettrici sono resistenti e non visibili rispetto ai tubi.
Funzionamento: variazione del campo magnetico al passaggio di una massa ferrosa
Vantaggi: ttimo rapporto qualità/prezzo. Nessuna influenza delle condizioni meteorologiche. Possono essere usati in modo permanente.
Svantaggi: non molto preciso rispetto ad altri sistemi.
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Sono da sempre utilizzate in prossimità degli autovelox e dei documentatori di infrazione per attraversamento di semaforo con luce rossa.
Il sensore è costituito da uno o più spire annegate nel battistrada con forma rettangolare e larga quanto la corsia. La variazione del campo magnetico induce uaìna corrente sulla spira che è rilevata e trasformata in segnale elettrico in ingresso di un circuito di comando e controllo. Il circuito di controllo attiva un timer per il tempo di occupazione del sensore su due spire successive..
Funzionamento: effetto Doppler-Fizeau
Vantaggi: accuratezza della misura, sono indipendenti dalle condizioni meteorologiche.
Svantaggi: non rilevano veicoli fermi o a bassa velocità.
Funzionamento: interruzione del raggio infrarosso al transito del veicolo.
Vantaggi: non sono influenzati dalla nebbia.
Svantaggi: sono influenzati dalla pioggia e dalla neve.
Funzionamento:
Vantaggi: molto precisi, dimensioni contenute, bassa tensione di alimentazione.
Svantaggi: non usabili di notte, sono influenzati dalla temperatura.
Funzionamento: effetto piezoelettrico, polarizzazione a causa di una deformazione di un materiale piezoelettrico., per gli usi da autovelox è utilizzato il cavo Roadtrax dimensioni 19 x 25 mm
Possono essere cavi coassiali o piatti che sollecitati da una forza esterna generano una tensione indotta.
Un dispositivo è preposto alla rilevazione della variazione di uno dei parametri elettrici: tensione o corrente elettrica. Il cavo è piatto in modo da essere poco influenzabile dalle sollecitazioni limitrofe all'area di screening, è annegato nel supporto della strada con un piccolo taglio in modo da non danneggiare la strada e consumare meno resina epossidica possibile o asfalto a freddo.
Vantaggi: facilità di installazione, eccellente rapporto segnale / rumore, ridotta profondità del taglio sul supporto stradale con insstallazione quasi a filo della superficie stradale, lunga durata.
Svantaggi: costo elevato
Funzionamento: tripwire e tracking.
Tripwire: confronto del fotogramma con una immagine di riferimento.
Tracking: riconoscimento del movimento per confronto tra fotogrammi successivi.
Vantaggi: buona precisione, affidabilità, videosorveglianza contestuale, possibilità di operare su più corsie.
Svantaggi: costo elevato del software e dell'hardware. Influenza delle condizioni meteo.
Sebbene siano strumenti precisi, con accuratezza media inferiore al 2%, la velocità rilevata viene ridotta con tolleranza del 5% ai sensi dell'art. 345 del Regolamento, DPR 495/92. Gli errori in una misura sono dovuti a:
errore sistematico dell'autovelox, errore da fattori ambientali, errore da installazione. Principalmente gli errori in un accertamento di sanzione dipendono :
Se lo strumento è tarato e le prove di funzionalità hanno dato esito positivo la valutazione complessiva di tutti gli errori, compresi quello del tachimetro del conducente, può essere ragionevolmente compresa nella tolleranza del 5%, si riduce di 5 Km\h la velocità rilevata dall'autovelox se la velocità è inferiore a 100 Km\h mentre, la misura si riduce del 5% se la velocità rilevata è superiore a 100 Km\h. Per completezza occorre dire che sul valore di tolleranza l'ex M.LL.PP così si esprimeva: "(la tolleranza) non è connessa con la precisione di lettura dello strumento, ma trova riferimento ad un indirizzo di carattere generale ... ... ...mira a garantire il conducente degli autoveicoli nei confronti dei contachilometri installati e sia del carattere puntuale delle misure effettuate " (documento prot. 3052 del 23/12/93). Un ultimo accenno va fatto al tachimetro che, secondo la direttiva comunitaria 75/443/CEE stabilisce che:
- la velocità indicata deve essere sempre superiore alla velocità reale e
- l'errore del tachimetro deve essere al massimo pari a 4 Km/h + 1/10 della velocità reale.
Per esempio, un veicolo transita a una velocità reale di 50 Km/h è possibile che il tachimetro segni 59 Km/h (50+4+50x1/10= 59).
Ai sensi dell'Allegato II della Direttiva 75/743/CEE si specifica che ogni veicolo deve essere dotato di un tachimetro.
Per « tachimetro o indicatore di velocità » si intende il dispositivo destinato ad
indicare al conducente la velocità istantanea del suo veicolo.
I tachimetri si distinguono in base:
Il tachimetro deve essere direttamente visibile diretta del conducente e le indicazioni devono essere chiaramente leggibili sia di giorno sia di notte.
La suddivisione della scala di misura deve essere di 1 , 2, 5 o 10 km/h. I valori della velocità, multipli di 20 km/h, debbono essere indicati sul quadrante.
La precisione di misura del tachimetro va provata sperimentalmente in pista con velocità di 40 km/h, 80 km/h e 120 km/h oppure all'80 %> della velocità massima specificata dal costruttore se quest'ultima è inferiore a 150 km/h.
La velocità indicata non deve mai essere inferiore alla velocità reale.
Se V1 è la velocità indicata e V2 è la
velocità reale deve sussistere la seguente relazione:
0 <= V1-V2<= <V2/10 + 4km/h.
I radar sono mezzi di prova molto precisi di contro, hanno due svantaggi legati alla natura delle onde radar: a) la superficie investita (screening) si allarga sempre più allontanandosi dall'emettitore e b) il sensore delle onde di ritorno riceve le onde riflesse dagli ostacoli all'interno dello spazio monitorato p.e. il suolo, gli ostacoli fissi, superfici metalliche e tutti i veicoli che ricadono all'interno della zona di screening durante il rilevamento.
L'emettitore, negli autovelox fissi, invia onde continue in banda K o Ka entro un angolo orizzontale (azimut) variabile p.e. 15°, come nel dispositivo EnVES EVO MVD 1605 della Engine srl, o altro p.e. 25° nelle frequenze d'onda intorno a 24 GHz e 34 GHz.
Il ricevitore dell'onda di ritorno (antenna) capta l’onda di ritorno di ogni bersaglio distante circa 50 m dentro la superficie di screening. Il sensore è sensibile alla potenza dell’onda stessa e i veicoli riflettono in modo diverso, p.e. gli autocarri riflettono il segnale con una attenuazione diversa rispetto a un veicolo di piccole dimensioni.
Errori di misura negli autvelox a tecnologia radar. Un radar che misura la velocità con un angolo di 30° rispetto all'asse del traffico, un differenziale di soli 5°, porta ad un aumento della velocità rilevata del 4,5%, in pratica un errore di 4 km/h per un veicolo che viaggia a 90 km/h e circa 6 km/h per un veicolo che viaggia a 130 km/h. Ci si rende conto che osservare le prescrizioni del costruttore l'autovelox nel manuale di installazione è pregiudiziale per un regolare accertamento dell'infrazione. La conformità a questo vincolo è molto importante per la validità del calcolo compensativo dell'effetto Doppler-Fizeau.
Un autovelox installato rapidamente sul lato della strada senza prestare cura alle disposizioni del costruttore induce a un errore grave. Supponendo che l'angolo di vista imposto dal costruttore sia di 25°, se l'apparecchio è installato con un angolo più piccolo potrebbe dare l'impressione di non coprire la corsia o le corsie e ciò porta a settare un angolo maggiore, anch'esso causa di errori nella misura della velocità del veicolo poiché l'apparecchio è stato calibrato per quell'angolo.
Per tenere conto del potenziale errore di misurazione, l'autorità impone di ridurre la velocità reale applicando la regola del 5% valida per tutti gli autovelox installati in Italia a prescindere dalla tecnologia di costruzione.
La regola del 5% consiste nel decurtare la velocità misurata del veicolo di 5 Km\h se il veicolo viaggia fino a 100 Km\h oltre ai 100 si decurta la velocità del 5%.
Per gli autovelox radar fissi di nuova generazione, il cui angolo di misurazione è fisso e preciso a 1° l'errore è di +/- 3 km/h per velocità inferiori a 100 km/h e +/- 3% della velocità, per velocità di 100 km/h o più. Per i vecchi autovelox fissi e per gli autovelox applicati a bordo delle auto della polizia, p.e. applicati sul finestrino, i margini sono di 5 km/h, quindi del 5% oltre i 100 km / h. Per i radar a bordo di un veicolo in movimento, i margini possono essere maggiori, anche di 7 km\h, quindi del 7% o 10 km/h, quindi del 10%, a seconda della generazione dell'attrezzatura. Si considera che l'errore di 5° nell'angolo orizzontale (azimut) non è possibile su autovelox fissi la cui deviazione angolare è 1° massimo. Per cancellare l'imprecisione del 5% dei radar, è sufficiente uno spostamento di 5 ° rispetto all'angolo di 25 ° definito durante la calibrazione, questo errore è molto improbabile dato l'uso di un laser di posizionamento.
Un velocimetro radar misura la velocità istantanea dei veicoli con applicazione dell'effetto DopplerFizeau nel dominio delle microonde in SHF (Super High Frequencies) la maggior parte a 24 GHz.
Gli autovelox inventati dall’ingegnere Sodi, si basano sulla legge semplicissima della cinematica v=s/t contrariamente alla tecnologia di costruzione piuttosto sofisticata per soddisfare i requisiti imposti onde evitare di fornire dati errati. In questo tipo di autovelox i parametri per valutare la velocità v sono lo spazio s e il tempo di percorrenza t della piccola base, null'altro.
Dal primo autovelox a tubi pneumatici a quello a raggio laser i requisiti che l'apparecchiatura deve soddisfare sono sempre gli stessi:
- restituire la velocità esatta all’autoveicolo in esame anche quando un altro veicolo attraversa la base contemporaneamente;
- attribuire il limite massimo di velocità alla classe del veicolo che transita nella base dell’autovelox.
Questo problema è stato risolto con una doppia lettura dei tempi impiegati per attivare e disattivare timer per ogni raggio.
Diciamo subito che vi è un timer che misura il tempo di attivazione e disattivazione del primo raggio che il veicoloincontra e il secondo raggio. Questo stratagemma consente di ridurre gli errori dei punti di cui sopra e in casi dubbi l'osservazione è eliminata dal circuito della sanzione.
Facciamo un esempio
Caso di strada extraurbana secondaria
Limite massimo di velocità per veicoli fino a 3,5 t 90 Km/h
Autotreni 70 Kmh
Il sistema misura due intervalli d tempo e sono l'intervallo di interruzione dei raggi 1 e 2 con l’anteriore del veicolo ai tempi t1 e t2.
Il posteriore attiva di nuovo i raggi 1 e 2 ai tempi t3 e t4.
Si calcolano le due velocità v1 e v2 con le due letture degli intervalli di tempo (t2-t1) e (t4-t3), la misura della base è sempre nota.
1° caso
Supponendo che vi sono due veicoli in transito contemporaneamente sulla base si valuta la differenza tra le due velocità ottenute dalle due letture, la differenza percentuale tra le due velocità non deve superare un limite massimo che si ritiene accettabile p.e. 2%. In caso contrario l’osservazione viene annullata e non si attribuisce la velocità a nessuno dei due veicoli in transito.
2° caso
Per ciò che riguarda il limite massimo di velocità da attribuire alla classe del veicolo si procede calcolando la lunghezza L del veicolo.
Il veicolo disattiva il primo raggio al tempo t1 e lo riattiva al tempo t3 quindi, la lunghezza del veicolo tiene disattivato il primo raggio per il tempo (t3-t1).
La lunghezza del veicolo è data dal prodotto L=v x (t3-t1) da ciò si risale alla classe e quindi all’attribuzione della velocità corretta sulla quale valutare un eventuale eccesso di velocità.
Per chiudere questa sezione di approfondimento citiamo le caratteristiche del laser in termini di pericolosità.
Il laser è una radiazione non ionizzante, intensa e stabile in una direzione e può essere emesso nello spettro dell’ultravioletto, della luce bianca visibile o dell’infrarosso non visibile. Quello di cui si parla è il laser non visibile dell’infrarosso la cui onda ha una lunghezza compresa tra 700 nm e 1 mm. In generale il laser agisce sulla pelle e sugli occhi, gli autovelox così come le pistole laser usano laser di classe 1.
I laser di classe 1 sono sicuri e non è il caso di utilizzare misure protettive.
I laser di classe 2 sono quelli a luce visibile. Gli occhi sono protetti dalla naturale chiusura della palpebra, questi laser anno una potenza inferiore a 1mW.
I laser di classe 3A sono laser visibili o meno ma di intensità fino a 5 mW, essi sono pericolosi solo se si osserva il fascio continuamente.
I laser di classe 3B e 4a sono invece pericoli per gli occhi.
Autovelox optoelettronici. Sono dispositivi a cellule fotoelettriche ma, a differenza dei dispositivi a raggi laser, non vi è emissione di raggi laser\infrarossi ma si basano su un materiale fotoconduttore, in pratica variano la loro impedenza elettrica al variare della luminosità dell’ambiente dove sono inseriti. Nel caso dei controlli della velocità, quando un veicolo transita di fianco l’autovelox vi è una variazione di luminosità che sono rilevate dal sensore. I sensori fotosensibili non funzionano di notte e in tempo di notte sono utilizzati con i sensori capacitivi sensibili alla variazione di un campo elettrico durante il passaggio del veicolo. Questi autovelox possono essere approvati\omologati per l'uso fisso, mobile su tripode o montato all'interno di una vettura.
Le caratteristiche di questo sistema di rilevamento della velocità a piccola base sono:
La base su cui viene misurato il tempo è fissa, variabile a seconda dei dispositivi, intorno a 500 mm la distanza tra gli assi dei dispositivi ottici sensibili alla luminosità ambientale mentre, 1000 mm per gli autovelox usati di notte i cui sensori sono cavi stesi sul manto stradale.
Gli autovelox sono posti con gli assi dei sensori (ottici e cavi elettrici) perpendicolarmente all'asse stradale. Il tempo è misurato da un orologio interno del microprocessore. Eseguita la misura della velocità il sistema fotografa il veicolo di passaggio se la velocità calcolata è superiore a quella impostata dall'organo di polizia delle operazioni.
Dal punto di vista operativo si procede montando il tripode del dispositivo di misura e dopo, a distanza da 2 - 6 m si monta il tripode che sostiene la macchina fotografica con messa a fuoco della targa intorno a 16 m dal dispositivo (v. figura sotto). In seguito l'operatore agisce settando sullo strumento una luminosità ambientale di riferimento, i sensore è così sensibile che anche variazioni di 1/1000, dalla luminosità di riferimento fa intervenire il trasduttore che attiva\disattiva il cronometro.
L'elevata sensibilità dei sensori consente di potere utilizzare il dispositivo da condizioni condizioni di luminosità elevata, giornata di pieno sole, a condizioni di luminosità di penombra ( tramonto).
Il rilevatore capacitivo altro non è che un doppio cavo coassiale inguainato con isolante di gomma dura stesi perpendicolarmente al senso di marcia dei veicoli e fissati meccanicamente al terreno da semplici chiodi a U in acciaio. Esso funziona come un condensatore la cui variazione della capacità provocata dal veicolo del veicolo produce una variazione del campo elettrico del condensatore e quindi una variazione di tensione rilevata da un trasduttore che fornisce al circuito elettronico un segnale in ingresso. Il circuito a questo punto attiva\disattiva il cronometro interno di percorrenza della piccola base.
La visione a video di una scena di traffico in un tratto stradale fornisce informazioni a un operatore di polizia stradale sul comportamento dell’utenza, informazioni che sono a supporto dell’accertamento di infrazione ebbene, con il trattamento digitale di immagini video si vuole supportare in automatico il sistema di controllo e monitoraggio della velocità durante il processo di accertamento dell’infrazione.
Il trattamento delle immagini in modo automatizzato è usato durante sia della misura della velocità media sia durante la misura della velocità istantanea.
Per raggiungere tale scopo si fa uso di algoritmi che eseguono, con un certo tipo di algoritmi una analisi spaziale e con altri tipi di algoritmi un’analisi temporale.
Supponendo di volere valutare le infrazioni in un tratto di strada con il metodo del trattamento delle immagini consideriamo il caso più semplice, quello di una autostrada che ha le seguenti caratteristiche:
In questo caso si possono utilizzare i sistemi tripwire o tripline in un sistema TUTOR di un tratto di autostrada. Il software deve accoppiare a una immagine in ingresso di un veicolo V in esame una e una sola immagine di V nel varco di uscita. L’algoritmo tripwire procede con un confronto a coppie di immagini (V ing., A usc) (V ing, B usc) (V ing, Cusc) …. (Ving, N usc).
L’algoritmo procede elaborando singole parti delle immagini fino a ad accoppiare (V ing. V usc). Il confronto avviene con i pixel su regioni dell’immagine in genere è quella centrale visto che la videocamera è posta con l’asse coincidente con l’asse della corsia.
Se si volesse utilizzare il metodo di trattamento automatico delle immagini per valutar la velocità istantanea o puntuale senza l’ausilio di sensori si possono utilizzare gli algoritmi di tracking che in seguono il veicolo e confrontando i diversi fotogrammi sono in grado di costruirne la traiettoria. La traiettoria viene costruita con il metodo dei blocchi accoppiati (Block Matching BMA) dove per blocco si intende un insieme 6x6 o 8x8 di pixel, ciascun blocco è dotato di un vettore spostamento, l’insieme dei vettori di spostamento fornisce la traiettoria. Applicando dei vincoli all’immagine possono essere rilevati comportamenti del tipo, auto ferma, ingorghi, auto svoltante e se si associa il tempo di percorrenza di una distanza nota allora si può valutare anche la velocità.
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